la confluenza onlus

IL FIUME MUSONE

IL NOME

Ha un nome non proprio eroico : "MOSSIONE" dal longobardo "mosa",PALUDE,per l'antico difetto di impaludarsi,specie nel tratto finale del corso (fino al 1403,quando è stato preso per le orecchie e tirato a forza qualche chilometro più a nord,nel letto dell'ASPIO,fiume più educato,nonostante il nome non proprio rassicurante da "serpentello velenoso") . Chissà perché il MUSONE,come del resto altri fiumi marchigiani,dorme scomodo,"pende" a destra e così rosicchia la sponda,quando c'è,o cade dal letto (le arginature antiche e recenti lo hanno abbastanza inquadrato). "MOSCIONE", dal più italico e familiare  "moscio",per quanto cammina fiacco. E anche l'attuale e definitivo (?) MUSONE è tutto dire.

fiume musone

IL CARATTERACCIO

Di tanto in tanto il flemmatico fiumarello pesca chissà da dove un pezzetto di coda di drago e si permette di scuotersi di dosso i ponti e di allagare i campi. E di ponti ne ha fatta una vera strage,nella sua lunga storia. Non solo quelli di legno,tutti,ma anche quelli in muratura. Nel 1492,proprio mentre Cristoforo Colombo stava portando a termine la sua impresa,Osimo stava dando gli ultimi ritocchi al nuovo ponte costruito a S.Domenico (quella volta il Padiglione era solo l'osteria del padiglione,con un bel "farfallone",il padiglione appunto,come insegna) per attraversare il Musone sul vecchio tracciato della strada verso Montefano. Dopo 400 anni,nel 1896,il Musone se lo leva di torno : i resti dei piloni sono ancora lì. Ci aveva già provato alcuni anni prima (1875) con un'altra piena,senza riuscirci. Ed ha provato di nuovo a tirar giù quello ricostruito 200 mt. più a monte nel 1982 durante la piena in cui ha fatto a pezzi il ponticello in ferro alla confluenza con il Fiumicello e quello,assai più robusto , di Villa Musone.

LUOGO DI NASCITA

Chi lo sa? Non è un ghiacciaio,né un nevaio consistente,né un monte che spicchi sugli altri per qualche particolarità,che so....il San Vicino,dalla sagoma caratteristica che si impone sulle altre,più basse,che lo contornano e puoi dire a tuo figlio,indicandolo da lontano: "ecco vedi? lì nasce il Musone". Macché. Sbuca quatto quatto dalla pendice est del monte MARZOLARE-LAVACELLI (alto 986 mt.) all'altezza (per così dire) di 830 mt. sul livello del mare. Un monte sconosciuto ai più e dal nome che lascia in po' perplessi. Dei 70 km. di percorso,i primi 27 (fino al ponte del Bàghero) li fa allegramente perchè la pendenza è forte (del 58% nel primo tratto,del 15% nel secondo,fino alla quota 202 del Baghèro). Gli altri 43 (pendenza media 4,74% cioè 4,74 metri ogni chilometro) se li prende con la massima calma raccogliendo un po' d'acqua qua ,un pò là,un altro po' da tutto il fitto reticolo di fossi e fiumiciattoli e da due affluenti un pochino più seri :il FIUMICELLO prima e l'ASPIO poi. Ancora più pigramente e quasi impaurito da tutta quella massa d'acqua salata e più fredda che si trova d'avanti,quasi in punta di piedi entra finalmente in mare.

PROBLEMATICHE

Il fiume MUSONE ha grosse gatte da pelare di cui però non ha colpa. Innanzi tutto la sua SCARSA PORTATA,certo molto più scarsa che in passato e tutto lascia temere un ulteriore peggioramento. Nei periodi di magra,una portata di liquami;e i veri affluenti sembrano essere gli scarichi civili,industriali e degli allevamenti zootecnici che il territorio del bacino (651 kmq) fa più o meno direttamente confluire nel suo corso. In autunno,inverno,primavera e a volte anche d'estate,le piogge e i temporali dilavano i terreni nidi,smagliati,dissestati,avvelenati,arati fino alle sponde e scaricano in poco tempo nel tronco principale torrenti di acqua,fango e veleni vari. Le ESCAVAZIONI IN ALVEO per decenni hanno asportato il materasso alluvionale di ghiaia e sabbia che favoriva l'impermeabilità del letto,la rigenerazione dell'acqua (che, dicono,"dopo tre salti è di nuovo viva"; a quella del Musone,così com'è ridotta,non basterebbero i salti mortali !),la stabilità degli argini e dei ponti,un equilibrato rapporto dare-avere con le falde,e infine la protezione della costa e della spiaggia dall'erosione marina. La CAPTAZIONE PER USI CIVILI(acquedotti e irrigazioni) di sorgenti importanti,come Crevalcore a monte e Betelico a valle (accompagnata da uno spreco enorme di questa acqua e un abuso senza giustificazioni: per restare nel "piccolo" quotidiano,quanti hanno proprio bisogno di consumare un ettolitro d'acqua al giorno solo per farsi la barba ?) ; lo SVILUPPO ENORME,in numero  e profondità e senza un serio controllo,dei POZZI; il DISBOSCAMENTO generalizzato sul territorio e in particolar modo lungo i corsi d'acqua,che favorisce lo scorrimento immediato dell'acqua piovana da una parte e l'evaporazione dall'altra.......Come se tutto questo non bastasse,il genio centromarchigiano ha inventato l'asso di briscola : il LAGO-BACINO ARTIFICIALE DI CASTRECCIONI,destinato a diventare un "calderone d'aceto" (le piogge acide accumulano la loro azione negativa dove l'acqua ristagna) e un deposito di rocce,pietrisco,ghiaia e sabbia,che riempiranno assai presto il bacino stesso,invece di andare attraverso quel potentissimo nastro trasportatore che è il fiume a rimpinguare il sempre più scarso materasso alluvionale del letto,giù giù fino alla spiaggia alla costa. Il bacino di Castreccioni è forse L'ULTIMA FOLLIA e insieme L'ULTIMO CAPITOLO di una lunga sentenza di morte per il Musone come fiume. Una sentenza criminale che ha DISTRUTTO UN ECOSISTEMA ricchissimo,ha provocato la scomparsa di intere specie di flora e fauna (ci sono più pesci nel Musone? e le anguille? e i granchi di acqua dolce di cui erano piene le rive di molti fossi? e gli uccelli? e molte specie anche di mammiferi,come i lupi,di cui è rimasta traccia solo nei toponimi : "Cantalupo" etc.).

QUANDO IL MUSONE ERA NAVIGABILE

Eppure c'è stato un tempo,durato molti secoli,in cui il Musone era e veniva considerato un vero fiume. Addirittura il vecchio Musone è stato a suo tempo,nella parte terminale,da Osimo al mare,NAVIGABILE E NAVIGATO. Oltre alla normale consuetudine di usare una barca per l'attraversamento in certi punti non serviti da passerelle o ponti veri e propri : consuetudine che ha lasciato la traccia un toponimo, "la barca",in territorio di Loreto,esistono documenti storici che attestano un fatto che ci appare oggi inverosimile. Certamente irripetibile. Ristabilire le condizioni che nei secoli passati hanno permesso una buona navigabilità significherebbe cambiare radicalmente il volto a tutto il bacino idrografico.

fiume antico

L'ENERGIA DEL MUSONE

Osservando oggi il fragile filo d'acqua a cui è stato ridotto questo fiume,sembrano inverosimili anche gli almeno 30 MULINI AD ACQUA costruiti,dal medioevo in poi,sui vallati alimentati dal Musone o sugli altri corsi d'acqua del bacino. Per ricordare quelli in territorio di Osimo e immediate vicinanze; seguendo il corso del fiume : mulino di S.Filippo,mulino di S.Polo,mulino Guglielmi (Guarnieri) ,mulino Torre,mulino di S.Domenico,mulino della Mensa,mulino da piedi (basso). Mulino Nuovo,su un vallato deviato dal Fiumicello poco prima della confluenza; e per finire il Molinaccio sul fosso di S.Valentino. Uno solo tra tutti i mulini alimentati dal Musone è tuttora in funzione,con l'energia fornita dall'amico fiume,pochi chilometri a valle della diga ci Castreccioni,che probabilmente darà il colpo di grazia  a quest'ultima testimonianza di cultura,di rapporto corretto con la risorsa fiume  e con la risorsa grano (il Mulino Nuovo,così si chiama,macina i cereali con mole di pietra che non uccidono gli elementi vivi quando li riducono in farina : altro sapore,altra sostanza,altri effetti sulla salute !).

SCUOLA A CIELO APERTO

Molto consistente è lo spessore di STORIA e di CULTURA,di ARTE e di UMANITA',che il bacino del Musone raccoglie e le cui tracce,più o meno consistenti,sono sparse sul territorio. Dalle testimonianze preistoriche del Neolitico e del Eneolitico alle civiltà del Picchio (Sabino-Piceni) e del Gallo (Galli senoni) ,come Veragra e Ripabianca e S.Paolina,alle colonie e centuriazioni di epoca romana (ancora chiaramente visibili in molte parti del territorio) ; dalla miriade di castelli medioevali alle architetture delle palombare e delle altre case rurali (tra cui le più recenti case a bigattiera collegate con la sericoltura) alle opere di pittura,sculturapoesia e musica della civiltà contadina e artigiana; dall'architettura dei campi coltivati al ricchissimo linguaggio dialettale dall'efficacia e colore intraducibili; dai ritmi cadenzati della vita alle leggende,proverbi,ricette,piatti e vini,dolci e stregonerie; da tutta la ricchezza culturale concentrata nei centri abitati a quella floristica e faunistica ancora presente in grande quantità,nonostante il genocidio consumato specialmente in quest'ultimo periodo.

IL BACINO DEL MUSONE E' IL TERRITORIO DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI , LA SCUOLA A CIELO APERTO DI CULTURA E DI VITA .CONOSCERE IL MUSONE E IL SUO BACINO SIGNIFICA CONOSCERE LE PROPRIE RADICI , NON SOLO COME MEMORIA DEL PASSATO , CORRETTA ( non come rimpianto dei "bei tempi andati" né ridotta a folclore ) E VIVA . SIGNIFICA PRENDERE COSCIENZA CHE TUTTI GLI ELEMENTI CHE LO COMPONGONO , PIU' STRETTAMENTE TERRITORIALI E AMBIENTALI , O PIU' GENERALMENTE CULTURALI E SOCIALI , SONO STRETTAMENTE COLLEGATI FRA LORO E SUBISCONO LA STESSA SORTE NEL BENE E NEL MALE . CIASCUNO DI NOI FA PARTE INTEGRANTE DI QUESTO COMPLESSO TESSUTO ED E' COINVOLTO DAL SUO DESTINO . UNA VERA CONOSCENZA ED UN CORRETTO RAPPORTO CON IL NOSTRO FIUME PUO' E DEVE ESSERE IL PRIMO ANELLO DI UNA CATENA DI ANELLI CONCENTRICI , CHE A PARTIRE DAL PIU' PICCOLO , DAL "VICINO" , DAL QUOTIDIANO , DA CIO' CHE CI COINVOLGE PIU' DIRETTAMENTE , CI PUO' E DEVE APRIRE ALLA CONOSCENZA E AL CORRETTO RAPPORTO CON TUTTI GLI ALTRI ANELLI DELLA CATENA : L'AMBIENTE , LA CULTURA , LA STORIA , LA SCIENZA , IL PROGRESSO , L'ALIMENTAZIONE , LA PACE , I RAPPORTI........A DIMENSIONE PLANETARIA .